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Frequently Asked Questions sul progetto di riqualificazione del waterfront delle due Città Porto di Venezia e Chioggia

L’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale (AdSPMAS) ha avviato il progetto WATERFRONT in gennaio 2024. Ad oggi il progetto si trova nella fase di ascolto e coinvolgimento dei potenziali interessati. Infatti, con diverse modalità e l’aiuto di vari strumenti – tra i quali un questionario on line – si è cercato di raccogliere indirizzi ed esigenze da Enti, associazioni, concessionari e cittadini. Tutto quanto emerso è diventato parte degli elementi considerati dai progettisti per lo sviluppo di diverse ipotesi di trasformazione di queste aree. D’altra parte, mentre questo lavoro tecnico procede, ci sono dei punti fermi per l’AdSPMAS che sono tutti funzionali a raggiungere il medesimo obiettivo: trasformare queste aree per migliorare e incrementare i servizi utili agli attori coinvolti.

Ecco che le Frequently Asked Questions sul progetto di riqualificazione del waterfront delle due Città Porto di Venezia e Chioggia (FAQ- ossia: Domande frequenti) intendono fornire fin da subito una corretta e chiara informazione, innanzitutto, su questi punti fermi e, poi, sui progressi del progetto Waterfront, tramite aggiornamenti e integrazioni. Consultando le FAQ, quindi, si si potrà conoscere il grande lavoro in atto per migliorare e valorizzare questa importante parte della Città, strategica sia per i suoi abitanti, che per gli studenti e i lavoratori.

1. Quali sono gli obiettivi del progetto Waterfront?

Il progetto WATERFRONT promosso dall’AdSPMAS punta a far rivivere la relazione porto-città mettendo insieme, in modo innovativo e sinergico, le funzioni portuali esistenti, l’apertura delle banchine del centro storico ai cittadini, le molteplici attività e servizi che qui si potrebbero svolgere (che spaziano dal lavoro al tempo libero, dall’artigianato allo sport, includendo il carico e scarico di merci, sia terra/terra che terra/acqua) realizzando nuove opportunità volte al miglioramento della qualità della vita degli abitanti. Il tutto tenendo ben presente l’identità dei luoghi e della comunità di Santa Marta e San Basilio, nonché di Dorsoduro più in generale.

2. È previsto il rilancio della crocieristica?

Dal 2021 la crocieristica veneziana è completamente cambiata, evolvendo verso un modello molto più sostenibile: il Decreto 103/2021, infatti, ha dichiarato le vie d’acqua del Canale della Giudecca, Bacino di San Marco e Canale di San Marco monumento nazionale, imponendo stringenti limiti dimensionali alle navi da crociera ammesse al transito.

Questo comporta che nelle aree del waterfront del Centro storico possano ormeggiare, lungo le banchine di San Basilio e Santa Marta, solo navi di dimensione molto ridotta, simile a quella dei maxi yacht, e a Marittima, anche in prospettiva, solo navi di dimensione medio-piccola che trasportano comunque un numero più limitato di passeggeri.

Inoltre, per garantire al massimo la tutela ambientale, AdSPMAS sta investendo 90 milioni di euro per l’elettrificazione delle banchine dedicate a questo traffico. In particolare, la fornitura di energia elettrica presso la Banchina Santa Marta – San Basilio sarà completata entro autunno 2025 e consentirà lo spegnimento dei motori delle navi all’ormeggio con la conseguente eliminazione completa di emissioni e rumore. Infatti, se già dal 2007 a oggi, grazie al costante rinnovo dell’accordo Blue Flag (https://www.port.venice.it/in-evidenza/venice-blue-flag-2023/) tra compagnie di crociera, Capitaneria di Porto e AdSPMAS, gli impatti sulla qualità dell’aria delle navi all’ormeggio erano diventati trascurabili – dato che queste da molti anni cambiano il tipo di combustibile (utilizzandone uno a impatto ridottissimo) fin da quando giungono in rada, ossia “all’entrata in laguna” – si è comunque deciso di spingersi oltre, per non recare alcun disturbo alla città.

Infine, AdSPMAS, congiuntamente con il Commissario Straordinario per le Crociere e la salvaguardia di Venezia e della sua laguna, sta lavorando per garantire a Marghera e a Chioggia l’ormeggio di navi di media dimensione e per progettare, invece, un porto fuori dalla laguna per le grandi navi.

Il progetto Waterfront, in sintesi, non tratta della crocieristica, ma – proprio inserendosi in questo nuovo approccio più sostenibile – propone una maggiore armonizzazione degli spazi destinati agli ormeggi di navi passeggeri minori (traghetti veloci, navi da crociera di lusso di piccola dimensione quali i velieri, crociere fluviali e yacht), con l’apertura degli stessi alla fruizione da parte di cittadini e visitatori; a tal fine, si prevede di intervenire sui sistemi di recinzione in relazione alla presenza o meno delle imbarcazioni e delle misure di sicurezza correlate.

3. Il progetto Waterfront prevede nuove volumetrie?

Il progetto interessa un’area demaniale portuale ben definita di competenza dell’AdSPMAS dove, nell’area cosiddetta della Scomenzera, è previsto lo smantellamento dell’attuale scalo ferroviario denominato Ex Platea Lavaggi (grazie della messa in esercizio di un nuovo impianto ferroviario in Marittima), aprendo nuove opportunità come: bonifica del terreno, realizzazione di nuovi spazi urbani per l’insediamento di uffici e alloggi a servizio degli operatori portuali (in primis la Capitaneria di Porto), di attrezzature pubbliche e servizi comuni, di spazi aperti di aggregazione, di strutture per attività produttive, di un nuovo punto di carico/scarico pubblico terra-acqua, ecc. Nello sviluppo urbano poi potranno essere recepite eventuali richieste specifiche provenienti da Istituzioni, se coerenti con il Masterplan complessivo, pur tenendo conto che le politiche per la casa relative all’uso della città e di immobili oggi inutilizzati non sono argomenti di competenza dell’AdSPMAS.

4. In cosa consiste la realizzazione di una nuova stazione ferroviaria sul Molo di Levante?

La stazione ferroviaria – prevista da RFI (Rete Ferroviaria Italiana) e oggetto di un accordo in via di sottoscrizione da parte del MIT, di RFI, della Regione del Veneto, della Città Metropolitana e del Comune di Venezia, insieme all’Autorità di Sistema Portuale – considera come decisivo e centrale l’obiettivo del Piano Regionale dei Trasporti – PRT “Sviluppare un sistema di trasporti sostenibile orientato alla tutela dell’ambiente e del territorio”. Il PRT, infatti, reputa cruciale il cambio modale da gomma a modalità di trasporto maggiormente sostenibili, in particolare quella ferroviaria, ampliando altresì la rete delle infrastrutture esistenti e implementando, nonché migliorando, la connessione intermodale tra offerta pubblica grazie alla realizzazione di infrastrutture e servizi per un trasporto pubblico regionale integrato, intermodale, efficiente.

L’impianto ferroviario e la sua specializzazione saranno valutati nell’intento di migliorare l’accessibilità per i residenti e i pendolari provenienti e destinati alle aree di Dorsoduro, Castello, Giudecca e Lido, i quali, grazie a una nuova stazione in grado di servire in maniera più efficiente queste parti della Venezia insulare, beneficerebbero della riduzione dei tempi di ingresso/uscita di circa 15 minuti.

La nuova stazione consentirà una distribuzione differente di alcuni flussi da e per la città come: riportare al mezzo pubblico molti spostamenti che nel periodo Covid sono passati al veicolo privato, cambiare la modalità di trasporto di flussi che attualmente possono utilizzare solo il mezzo su gomma, con notevoli benefici ambientali.

La stazione fungerà anche da impianto di appoggio di Santa Lucia per i mezzi di manutenzione ordinaria, consentendo di liberare dal fascio binari le aree della platea lavaggi presente in Scomenzera attualmente destinata a tale funzione di bonificare i terreni e di realizzare al suo posto nuovi spazi urbani per l’insediamento di uffici e alloggi a servizio degli operatori portuali (in primis la Capitaneria di Porto), attrezzature pubbliche e servizi comuni, spazi aperti di aggregazione, strutture per attività produttive, un nuovo punto di carico/scarico pubblico terra-acqua, ecc. Nello sviluppo urbano potranno essere recepite eventuali richieste specifiche, provenienti da istituzioni, se coerenti con il masterplan complessivo.

5. È vero che ci sarà la rimozione degli attuali parcheggi per consentire la costruzione di una consistente volumetria lungo il canale della Scomenzera?

Il progetto waterfront prevede il ridisegno complessivo delle aree interessate con la ricollocazione non solo dei parcheggi, ma anche delle altre funzioni ad oggi presenti (tra cui in particolare scalo ferroviario – Ex Platea Lavaggi – utilizzato da RFI per i mezzi di manutenzione e il deposito materiale funzionale alla Stazione di Santa Lucia), nell’ottica di creare uno nuovo spazio urbano a servizio dei diversi attori coinvolti. Si prevede, tra gli altri, l’insediamento di uffici e alloggi a servizio degli operatori portuali (in primis la Capitaneria di Porto), attrezzature pubbliche e servizi comuni, spazi aperti di aggregazione, strutture per attività produttive, un nuovo punto di carico e scarico pubblico terra-acqua, ecc.. Nello sviluppo urbano potranno essere recepite eventuali richieste specifiche, provenienti da istituzioni, se coerenti con il masterplan complessivo.

Tale ridisegno consentirà di incrementare la pedonalizzazione dell’area e, in questo contesto, i parcheggi esistenti saranno ricollocati in testata di Marittima dove Autorità di Sistema Portuale, in accordo con il Comune di Venezia, realizzerà una struttura che consentirà non solo di mantenere il numero degli stalli interessati dall’intervento Waterfront, ma anche di incrementare il numero complessivo dei posti auto messi a disposizione da AdSPMAS nelle sue aree.

6. È vero che ci sarà la radicale pedonalizzazione del resto delle aree oggi adibite a transito ed a parcheggio, anche temporaneo?

Il progetto Waterfront prevede una graduale pedonalizzazione dell’area da attuarsi per fasi, nell’ottica di sostituire gli attuali spazi asfaltati dedicati al parcheggio, con spazi collettivi di qualità. I posti auto esistenti saranno ricollocati in testata di Marittima dove Autorità di Sistema Portuale, in accordo con il Comune di Venezia, intende realizzare una struttura che consenta non solo di ricollocare gli stalli interessati dall’intervento waterfront, ma anche di incrementare il numero complessivo dei posti auto messi a disposizione nelle proprie aree. Il transito dei mezzi pubblici, di servizio e di soccorso sarà comunque ammesso, così come sarà garantito uno spazio di carico e scarico terra su terra (parcheggio 3 ore).

7. Quale soluzione si sta adottando per la questione parcheggi?

A titolo informativo e di scenario, si fa presente come ad oggi, l’AdSPMAS metta a disposizione 6,6 ettari di superficie per la sosta a raso di pubbliche amministrazioni, operatori portuali e privati cittadini. Tale occupazione è stata la risultanza di scelte prive di una visione complessiva che hanno sfruttato semplicemente ampi spazi vuoti o residuali, destinandoli banalmente a parcheggio senza considerare l’effetto in termini di impatto (emissioni e qualità urbana) sul contesto. Si ritiene doveroso quindi, in considerazione del contesto di gran pregio in cui si opera, razionalizzare e ridisegnare gli spazi della sosta rispondendo ai fabbisogni di parcheggio e di aree di carico scarico con un’attenzione architettonica e ambientale che le aree meritano. Gli spazi liberati potranno consentire di rispondere sia alle necessità collettiva di realizzare spazi pubblici attrezzati, spazi verdi spazi della socialità, strutture per servizi di prossimità, ecc., che alle necessità degli operatori e delle forze dell’ordine che richiedono strutture più moderne e maggiormente inserite nel contesto urbano, così come consentiranno di restituire spazi alla pedonalità e al rapporto con l’acqua elementi identitari del centro storico di Venezia.

È importante chiarire come l’AdSPMAS sia un ente pubblico non economico la cui mission istituzionale è quella di promuovere il porto e il suo sviluppo, anche attraverso servizi a disposizione degli operatori portuali e logistici: in questa ottica sono presenti, in aree a gestione diretta o indiretta dell’AdSPMAS, parti adibite a parcheggio per dipendenti AdSPMAS, operatori, forze dell’ordine e, in via residuale, alcuni parcheggi concessi o affittati a soggetti privati.

Tuttavia, proprio nell’ottica di sviluppare in tutte le sue declinazioni il concetto di un porto che si apre alla città e alle sue esigenze, AdSPMAS ha deciso di offrire un contributo importante al miglioramento della qualità della vita e della vivibilità di aree di propria competenza, anche attraverso la pianificazione di aree aggiuntive da adibire a parcheggio. 

La soluzione che si sta adottando prevede (con tutta la gradualità e con il minimo impatto per chi già detiene titoli di utilizzo di parcheggi) il riposizionamento delle aree a parcheggio in area di Marittima, soluzione che consentirà di continuare ad avere parcheggi, anche in misura considerevolmente superiore, e al contempo di liberare aree in area San Basilio e Santa Marta e Scomenzera. In accordo con il Comune di Venezia, AdSPMAS infatti intende realizzare qui una struttura da attuarsi preventivamente rispetto alle fasi di pedonalizzazione del waterfront.

8. Come la Capitaneria incide nella definizione del waterfront di Venezia?

L’area del progetto WATERFRONT ricade in ambito portuale ed è quindi naturale che le esigenze della portualità vi debbano trovare collocazione.

La Capitaneria di Porto ha un ruolo fondamentale nell’operatività del porto stesso e svolge tre le molteplici funzioni anche il ruolo di polizia marittima, comprendente la disciplina della navigazione marittima e la regolamentazione di eventi che si svolgono negli spazi marittimi soggetti alla sovranità nazionale, il controllo del traffico marittimo, la manovra delle navi e la sicurezza nei porti, le inchieste sui sinistri marittimi, il controllo del demanio marittimo, i collaudi e le ispezioni periodiche di depositi costieri e di altri impianti pericolosi.

È pertanto un soggetto privilegiato che sta attivamente partecipando (come tutte le altre istituzioni) alla fase di audizioni e incontri tecnici e che ha manifestato chiare richieste sull’area di waterfront. In considerazione dell’importanza del ruolo le richieste della Capitaneria rivestono un carattere prioritario e saranno assolutamente tenute in considerazione per lo sviluppo degli scenari e per la definizione della proposta progettuale.

La parte più a nord della Scomenzera infatti (attualmente occupata dallo scalo ferroviario) sarà destinata a riunire gli uffici e gli alloggi della Capitaneria di Porto che attualmente sono dislocati in maniera diffusa sul territorio comunale.

La presenza della Capitaneria in quest’area che troverà uno sviluppo anche di altre funzioni consentirà di realizzare un mix funzionale anche presidiato dal punto di vista della sicurezza.

9. È vero che ci sarà il riutilizzo di edifici esistenti a soli fini didattici, direzionali e portuali?

Nell’area interessata dal progetto di Waterfront vi sono alcuni edifici dismessi e alcuni per i quali è prevista una rifunzionalizzazione con spostamento in altro luogo delle attività in essere. Il masterplan complessivo prevede alcune aree con una vocazione univoca, ad esempio il polo universitario, altre con una vocazione più ibrida. In generale le funzioni previste, attualmente in fase di definizione, hanno come obiettivo l’aumento del livello di servizio e del lavoro portuale e delle funzioni dedicate alla cittadinanza e all’università.

È previsto che la progettazione contenga, per ogni fabbricato oggetto di riqualificazione, un Progetto di Fattibilità Tecnico Economica (PFTE) che identifichi una o più funzioni che potrebbero essere allocate in tali fabbricati. Il PFTE da indicazioni sommarie che dovranno poi tradursi, alla definizione del concessionario, in un progetto esecutivo.

10. Si dice che la quantità di verde urbano resterebbe estremamente limitata rispetto alla portata dell’intero progetto?

Grazie all’ottimizzazione degli spazi oggi dedicati alla sosta di vetture, il progetto prevede di liberare ampie aree che saranno destinate alla collettività come: retro-stazione marittima e fronte fabbricati universitari a San Basilio, spazio antistante chiesetta di Santa Marta, fronte lungo Canale Scomenzera.

Riguardo al futuro di questi spazi, le principali richieste espresse dalla comunità, anche attraverso il questionario pubblico, sono che vengano destinati a spazi verdi di qualità, spazi pubblici aperti attrezzati per l’aggregazione e la socialità, spazi ludici/sportivi.

Gli ambiti elencati saranno mantenuti sgombri e dedicati principalmente alle funzioni sopradescritte: infatti, i progettisti stanno declinando tali richieste nel layout complessivo del progetto waterfront. Si rammenta che nel team di progetto si contano specifiche accreditate competenze paesaggistiche che uniscono l’ampia esperienza a livello internazionale con una conoscenza di Venezia e del Veneto.

11. Cosa prevede il ripristino della stazione marittima di San Basilio?

La funzione di stazione passeggeri che attualmente qui viene svolta sia per il traffico crocieristico minore che per i traghetti veloci potrà essere ricollocata in punta Santa Marta in prossimità quindi delle sezioni di banchina che, in quanto soggette ai controlli di sicurezza  (ISPS code), richiedono anche adeguati spazi per effettuarli su passeggeri e merci.

In prossimità della stazione marittima di San Basilio la banchina sarà destinata al traffico delle crociere fluviali e di yacht privati che non richiedono strutture per il check-in e il check-out. Di conseguenza l’edificio attuale, che rappresenta oggi un elemento di separazione tra aree esclusivamente portuali (banchina) ad accesso limitato, e aree urbane in uso ai residenti per il transito o per lo svago, può essere completamente modificato.

L’obiettivo del progetto è eliminare tale cesura realizzando uno struttura più permeabile che consenta di aprire gli spazi e la relativa banchina alla fruizione pubblica e portuale e al tempo stesso di allocare nuove funzioni ibride ovvero utilizzabili sia dai cittadini che dagli utenti ed operatori portuali.

12. Quali le destinazioni d’uso sulla banchina della Scomenzera?

La banchina della Scomenzera sarà per lo più dedicata ai mezzi delle forze dell’ordine, della Capitaneria di Porto, dei mezzi di soccorso dei Vigili del Fuoco. Le cavane esistenti saranno demolite per riorganizzare gli approdi dei soggetti elencati in maniera più coerente alle esigenze di servizio.

Non è previsto lo spostamento dell’attuale fermata Actv, ma in prossimità di questa è stato richiesto dal servizio sanitario un pontile dedicato alle ambulanze per gestire le emergenze e raggiungere tempestivamente il quartiere, cosa che oggi non avviene perché viene utilizzato l’approdo del trasporto pubblico che non sempre è libero.

Verso Nord è prevista la collocazione di un’area pubblica carico e scarico, da mare a terra, raggiungibile in auto con permesso temporaneo.

13. Sarà spostato il mercato?

Il mercato settimanale si tiene tutti i lunedì mattina dalle ore 8.00 alle ore 13.00 nella zona di Santa Marta prossima all’imbarcadero che non ricade nelle aree di competenza di AdSPMAS e, pertanto, non è in discussione il mantenimento lì di tale attività da parte del progetto Waterfront. Si aggiunga che il gruppo di progettazione che sta lavorando per l’AdSPMAS sta valutando la possibilità di realizzare spazi coperti per potenziare e ampliare (non ridurre) le aree destinate a questa funzione.

14. Sono previsti cambiamenti per la fermata Actv?

La fermata ACTV in essere a Santa Marta non è oggetto di rivisitazione progettuale (spostamento o modifica). La proposta dell’AdSPMAS, che deve essere valutata da Comune e Actv, consiste nell’inserimento di due ulteriori fermate in quest’area: una sulla banchina di Santa Marta, in testata dove posso attraccare anche i battelli, agevolando così la tratta che raggiunge Lido e una seconda a ridosso della nuova stazione passeggeri, in Canale Scomenzera, lato Marittima. Si ribadisce che la competenza dell’inserimento di nuove fermate e della programmazione dei servizi pubblici che vi si attestano è del Comune di Venezia, pienamente coinvolto nel progetto.

15. Quali interventi migliorativi sono previsti per la banchina di Santa Marta – San Basilio?

La banchina di Santa Marta e di San Basilio oggi è destinata all’ormeggio di imbarcazioni per passeggeri di piccole dimensioni e per questo delimitata dalla rete di sicurezza correlata ai controlli e alle operazioni portuali.

Secondo il progetto waterfront, la banchina sul fronte del Canale della Giudecca sarà dedicata, per la testata di Santa Marta, ai traghetti veloci, il successivo tratto a Est fino al ponte San Nicolò, per velieri e yacht soggetti ai controlli di sicurezza (ISPS code) e sul tratto più urbano e verso San Basilio la localizzazione di yacht privati e delle crociere fluviali che non richiedono recinzioni.

Inoltre, anche nei tratti in cui sarà necessario mantenere la recinzione, si farà in modo di renderla mobile per consentire la fruizione della riva da parte di cittadini e visitatori nei momenti in cui non è prevista operatività portuale.

Infine, entro autunno 2025, sarà realizzata anche l’elettrificazione dell’intera banchina: la fornitura di energia elettrica alle navi da terra consentirà lo spegnimento dei motori nella fase di ormeggio con completa eliminazione di emissioni e rumore.

16. Cosa succederà all’attività di “carico e scarico” che si svolge presso la Scomenzera?

Attualmente l’attività di “carico e scarico” si svolge nello spazio di circa 700 mq, denominato “Park Scomenzera 3 ore”, dato in gestione da AdSPMAS alla Municipalità del Quartiere di Santa Marta; è spazio riservato ai soli residenti, con possibilità di sosta massima di 3 ore e capiente per 25 posti. Negli scenari di trasformazione del waterfront elaborati è confermata la disponibilità di un’area con la funzione di carico e scarico con sosta massima di 3 ore e si prevede anche un nuovo spazio per l’interscambio privato terra-acqua.

 

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