Mercoledì 16 ottobre, nel waterfront di Venezia, l’ex-chiesetta di Santa Marta ha ospitato il quarto “Aperiporto” del 2024, il decimo dall’ideazione dell’innovativo format di approfondimento informale rivolto alla comunità portuale e ai dipendenti dell’Ente. L’incontro era incentrato su “Le nuove sfide per i porti dell’area euro-mediterranea”, occasione per confrontarsi su alcune delle criticità più recenti cui la portualità si trova a far fronte, tenuto conto delle continue trasformazioni imposte alle imprese dai nuovi modelli green e dai recenti conflitti, oltre che dei nuovi scenari imposti dagli accadimenti del Canale di Suez connessi agli assalti alle navi in transito in Mar Rosso.
L’incontro, introdotto da un video-messaggio del Presidente AdSPMAS Fulvio Lino Di Blasio, è stato moderato dal Segretario Generale che ha aperto i lavori richiamando l’importanza di momenti per condividere diversi punti di vista e riflessioni con le varie componenti del mondo portuale, industriale e istituzionale per arrivare in tempi più rapidi a migliori soluzioni.
Puntuale la presentazione dell’Head Maritime & Energy di SRM, dott. Alessandro Panaro, che ha illustrato l’11 Rapporto annuale del Centro Studi di Intesa San Paolo sull’Italian Maritime Economy – realizzato con il contributo del MOST, Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile – ai numerosi rappresentanti del mondo delle imprese e della logistica presenti in sala. In particolare, ci si è soffermati sugli impatti delle tensioni nel Mar Rosso sulle rotte commerciali, noli, costi delle materie prime e la fluidità delle catene logistiche globali, in particolare relativi ai traffici tra Mediterraneo e Far East, con uno sguardo anche al processo di decarbonizzazione dello shipping e al ruolo dei porti come hub energetici.
Ne è emerso che nel complesso le previsioni per il Mediterraneo sono positive: le stime prevedono che, nonostante i conflitti, si registrerà una crescita media annua al 2028 dei traffici container di poco più del 3% contro il 2,5% della media Mondo. Anche lo Short Sea conferma la sua centralità nel Mare Nostrum.Certo ciò non significa che vada tutto bene: tra gennaio e giugno 2024 i transiti medi giornalieri di Suez si sono ridotti a 37 passaggi dai 71 dell’anno precedente. A risentirne di più sono state le navi Container (-69% dei passaggi), le Car Carrier (-84%) e le LNG (-93%). Tra i trend che hanno destato maggiore interesse, l’integrazione orizzontale e verticale della logistica, laddove i primi 20 vettori marittimi container al mondo hanno quasi raddoppiato la loro quota di mercato, passando dal 48% 2012 al 91% del 2024. I processi di integrazione verticale (M&A nell’ambito della filiera) hanno visto la realizzazione di 5 miliardi di investimenti nel 2023. Poi, il tema dell’utilizzo di carburanti alternativi nel campo dello shipping che ha continuato a progredire, con il 6,5% della flotta in navigazione in grado di utilizzare nuovi propellenti meno inquinanti; percentuale che raggiungerà il 25% al 2030, considerato che il 50,3% di tutti gli ordini a luglio 2024 è relativo a navi che utilizzano combustibili alternativi (nel 2017 questa quota era solo del 10,7%). Infine, un cenno alle opportunità aperte dalla attivazione della ZLS.
Gli scenari e i dati aggiornati sia sul contesto internazionale che sulle prospettive della portualità veneta sono stati commentati da relatori di rilievo a partire dal dott. Leopoldo Destro, Presidente di Confindustria Veneto Est e Delegato del Presidente a Trasporti, Logistica e Industria del Turismo e della Cultura di Confindustria, che ha evidenziato l’importanza della comunità portuale veneta nel contesto nazionale, come supporto all’export di una delle aree manifatturiere più importanti del Paese e come vettore di approvvigionamento delle industrie del Nordest. In questo senso, “mettendosi la casacca” del settore logistico-portuale a servizio di quello industriale, ha dichiarato il suo impegno per favorire una nuova relazione tra mondo della produzione e mondo della logistica regionale, superando la diffusione del modello ex works che non valorizza il know how e l’expertise locale. D’altro canto ha ricordato quali sono invece le aree di miglioramento del nostro sistema portuale sulle quali è necessario intervenire al più presto per un miglioramento competitivo.
L’Avv. Anna Carnielli, Presidente di ASAMAR Veneto, ha integrato le analisi del rapporto citando altre sfide di scenario da fronteggiare, come la rotta artica, ma anche le tante progettualità in corso che, se procederanno senza intoppi, potranno consentire alla portualità veneta di fare un salto di qualità. Davide Calderan, Presidente della Venezia Port Community, ha riflettuto sulla necessità di avere una realtà economica funzionante in un contesto geopolitico incerto che garantisca la fluidità nella gestione delle navi e che possa sostenere l’economia cittadina, ma anche del resto del territorio.
Numerose le domande e i commenti da parte dalla nutrita platea a cui il Segretario Generale ha dato riscontro snocciolando i progressi già registrati e quelli prospettati in base a interventi e iniziativa sia in campo ambientale, che infrastrutturale, che di marketing, nell’ottica di acquisire nuovi clienti e nuovi mercati.
A detta dei presenti, l’Aperiporto e questa edizione in particolare, si conferma come un’importante piattaforma di discussione e scambio di idee su questioni cruciali per il futuro della portualità, un appuntamento da consolidare quindi nei prossimi anni.