Il porto di Venezia può contare su una posizione strategica al vertice del Mare Adriatico, all’incrocio di due corridoi di trasporto europei, Mediterraneo e Baltico-Adriatico ed è terminal delle Autostrade del Mare del Mediterraneo Orientale
Il Porto in cifre
Il Porto di Venezia si sviluppa su una superficie complessiva di oltre 2.045 ettari, pari al 5% dell’intero comune veneziano e al 11% del territorio comunale urbanizzato.
Al suo interno sono presenti oltre 30 chilometri di banchine, sulle quali sono operativi 163 accosti organizzati attraverso i 27 terminal di cui è composto, suddivisi tra terminal commerciali, industriali e passeggeri.
Il porto si compone di due ambiti principali:
l’ambito di Porto Marghera, nel quale hanno luogo le attività logistiche, commerciali e industriali;
l’ambito di Venezia, sviluppato principalmente nell’area della Marittima e in accosti minori, dove vengono svolte le attività passeggeri per navi da crociera, aliscafi e yacht.
Porto Marghera si sviluppa su oltre 1.447 ettari di aree operative industriali, commerciali e terziarie, con oltre 662 ettari di canali, bacini, superfici stradali e ferroviarie, ed è servito da 12 chilometri di banchine attive raggiungibili da navi con pescaggio fino a 11,5 metri. All’interno dell’area di Porto Marghera si articola una fitta rete di infrastrutture di servizio, che comprende raccordi stradali (40 chilometri), binari ferroviari (oltre 135 chilometri) e fibra ottica (7 chilometri).
L’ambito veneziano, dedicato ai passeggeri, si estende su una superficie di oltre 26 ettari, dei quali 4,73 di aree coperte e 12,37 di specchi d’acqua del bacino della Marittima.
Il terminal traghetti di Fusina si sviluppa su 36 ettari ed è dotato di 4 accosti.
È possibile quantificare in circa 1.200 le aziende direttamente impiegate a Venezia, che unite alle oltre 300 di Chioggia, contano un totale attorno ai 21.175 addetti.
Le aziende coinvolte dal porto di Venezia sviluppano un valore di produzione diretto stimato di 6,6 miliardi di euro, pesando per il 27% sull’economia comunale e per il 13% su quella metropolitana.
La storia del Porto di Venezia
La storia del Porto di Venezia è la storia di una tradizione millenaria
Il porto di Venezia è posto allo sbocco della Pianura Padana, non lontano dai valichi alpini che collegano il mondo mediterraneo con l’Europa centrale. Una sottile striscia litoranea interrotta dalle bocche di porto di Lido, Malamocco e Chioggia lo protegge dal mare.
Per secoli le principali via di accesso sono state la bocca di Lido e il canale di San Nicolò; di conseguenza, i primi luoghi di accoglienza delle navi ruotavano intorno all’isola di S. Elena.
Dalla seconda metà del XVI secolo tutti i canali, e in particolare quello di San Nicolò con la bocca di porto di Lido, sono stati interessati da un processo di interramento che portò, nel 1726, allo scavo del canale di S. Spirito per permettere alle navi di arrivare al porto di Venezia, collocato ormai a San Marco, da Malamocco.
I traffici marittimi si espansero, trasformandosi in commercio specializzato verso l’Oriente ed il Mediterraneo Occidentale. La città divenne così un grande stabilimento portuale, con il cuore nel bacino di San Marco, di fronte a Palazzo Ducale.
La storia di Venezia è indissolubilmente legata alla storia e alla tradizione millenaria del suo porto, radice del suo splendore artistico e della sua ricchezza, documentata dal VI secolo d.C.
Lo sviluppo del porto nella sua forma attuale
Con la fine della Repubblica e per tutta la prima metà dell’Ottocento, la situazione del porto veneziano divenne sempre più difficile, per l’assenza di attrezzatture portuali, di comunicazioni stradali, ferroviarie e idroviarie con il retroterra. Le bocche di porto di Lido erano in tutto o in parte interrate e le strutture portuali inadeguate.
Nel 1846 venne inaugurato il ponte ferroviario translagunare. Nel 1869 iniziò la costruzione della nuova Stazione Marittima nell’area di Santa Marta, e terminata nel 1880, primo nucleo del nuovo porto, collegato alla terraferma attraverso un ponte ferroviario che conduceva alla stazione di Santa Lucia (quest’ultima realizzata a partire dal 1860).
La costruzione della Stazione Marittima e delle strutture portuali adiacenti si tradusse nello spostamento del traffico portuale commerciale dal bacino di San Marco all’area ovest della città e l’avvio di un nuovo ciclo per l’economia veneziana che mette fine alla fase della lunga stagnazione ottocentesca.
Lo sviluppo del ponte ferroviario translagunare e della Stazione Marittima segnò la fine del lungo periodo di stagnazione ottocentesca e l’inizio di un nuovo ciclo per l’economia veneziana.
La nascita di Porto Marghera
Dopo appena un ventennio dalla sua costruzione, la Stazione Marittima diventò insufficiente a fronteggiare il traffico navale, notevolmente accresciuto per effetto dello sviluppo industriale nel centro insulare e in particolare alla Giudecca.
Venne quindi individuata l’area detta dei Bottenighi (poi denominata Porto Marghera) per accogliere le nuove strutture portuali.
La creazione di un bacino portuale in terraferma costituì il definitivo punto di arrivo dello spostamento della portualità verso occidente, iniziato con la costruzione del ponte translagunare e proseguita con la realizzazione della Stazione Marittima. Porto Marghera sorse nel 1917 a seguito di una convenzione tra lo Stato, il Comune e la Società Porto Industriale presieduta da Giuseppe Volpi.
Lo sviluppo del porto commerciale, progettato dall’ingegner Coen Cagli nel 1917, insieme alla restante prima zona industriale, avvenne in varie fasi. Nelle intenzioni dei suoi promotori, Porto Marghera doveva avere non solo funzioni di porto d’arrivo delle materie prime (liberando così la Stazione marittima dall’eccesso di tale traffico), ma anche di nuovo centro industriale.
Con la realizzazione del porto commerciale di Marghera nel 1917, la città di Venezia entra a pieno titolo nello sviluppo della grande industria nazionale.
Nuovi interventi negli anni Sessanta
Negli anni Sessanta la crescita dei traffici industriali gravitanti su Porto Marghera richiese l’avvio di un’ulteriore fase di interventi.
Nel 1966, in seguito alla crescita dei traffici industriali, venne realizzato il porto petrolifero di San Leonardo e, tre anni più tardi venne ultimato lo scavo del canale Malamocco-Marghera per consentire a tutte le navi petroliere di raggiungere il porto di San Leonardo e le aree industriali attraverso la bocca di porto di Malamocco, evitando così il bacino di San Marco e il centro storico della città.
Con la crescita dei traffici industriali, viene realizzato il porto petrolifero di San Leonardo e ultimato lo scavo del canale Malamocco-Marghera.
Scopri gli operatori del Porto di Venezia
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6. Euroports – Terminal Rinfuse Venezia
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25. Venezia Terminal Passeggeri
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10. Fincantieri
11. SIMAR – Società Metalli Marghera
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